++Prove tecniche di trasmissione++

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giovedì 30 ottobre 2008

Riforma dei reati di BANCAROTTA!

Un novità trovata sul sito di Antonio Di Pietro. Ovviamente sulla notizia i telegiornali sono completamente latitanti!
C'è una novità, fresca di giornata: è stato depositato, sempre dal governo Berlusconi, un disegno di legge che è già stato messo in calendario – manco fanno in tempo a depositarlo che già lo mettono in discussione, mentre quello sulla non candidabilità dei condannati se lo scordano sempre – che prevede la riforma dei reati fallimentari.

Non è una riforma, ma una delega in bianco che si da al governo: il Parlamento deve approvare una legge che dice “caro governo, io non riesco a farla. Fai tu la legge sui reati fallimentari”. La norma si chiama “norma in bianco”, però in questa inserisce una clausola: “mi raccomando governo, quando fai il reato di bancarotta prevedi una pena che va nel massimo dagli 8 ai 10 anni”. Uno si chiede perché è stata messa. Molto semplice, perché attualmente è fino a 10 anni, se lo mette da 8 a 10 si da la possibilità al governo, cioè a Berlusconi, di decidere pure di metterla a 9 anni.

Sapete qual'è la differenza fra avere una pena a 9 anni e una a 10 anni? Se hai una pena a 10 anni, come massimo edittale, la prescrizione scade dopo 15 anni. Se hai una pena anche di un giorno meno a 10 anni, come per esempio 9 anni, allora la prescrizione scade dopo 10 anni, e non 15.

In definitiva cosa hanno fatto? Hanno previsto un nuovo reato di bancarotta con una pena ridotta in modo che la prescrizione sia minore. E allora?

E' vero o non è vero che Geronzi di Mediobanca è sotto processo per la vicenda Parmalat? Si.
E' vero o non è vero che scade nel 2011? Si.
E' vero o non è vero che siamo ancora alle fasi preliminari del dibattimento di primo grado? Si.
E' vero o non è vero che con questa giustizia che non può funzionare in tempo al 2011, che è dietro le porte, arriva in prescrizione? Si..
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venerdì 24 ottobre 2008

Avviso ai naviganti!

Non è necessario aggiungere altro, basta ascoltare cosa dice il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana: cosa sta capitando all'idea di democrazia?
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mercoledì 22 ottobre 2008

Il truffatore e i 'patrioti italiani'

Video e commento tratti dal sito di Antonio Di Pietro.
Riporto il video ed il testo della dichiarazione di voto dell'Italia dei Valori sull’ennesima fiducia, che ci guardiamo bene dal dare a questo Governo.

"Signor Presidente, mi verrebbe voglia di dire anche questa volta «signor Presidente del Consiglio che non c'è», ma mi pare di capire che devo dire «signor Governo che non c'è»! 
Con tutto il rispetto per il sottosegretario Martinat, chiedo alla Presidenza della Camera se si possa arrivare fino a questo punto: stiamo votando la fiducia ad un Governo che non si presenta neanche con un Ministro, non dico con il Presidente del Consiglio dei ministri, ma neanche con il Ministro per i rapporti con il Parlamento, neanche con il Ministro direttamente interessato!
 
A mio avviso, quindi, ci troviamo in una situazione in cui vi è necessità di negare la fiducia a questo Governo, perché consideriamo il suo modo di governare pericoloso per la democrazia, per l'economia e per la giustizia del Paese.
La sua perdurante latitanza dal confronto parlamentare dimostra ancora una volta che lei, signor Presidente del Consiglio che non c'è, non ha alcuna considerazione delle istituzioni democratiche. Il suo modo di governare, con il ricorso a continui decreti-legge e con il ripetuto ricorso al voto di fiducia, sta svuotando il Parlamento delle sue funzioni e del suo ruolo.
Mi permetta, signor Presidente della Camera, di utilizzare la prima parte del mio intervento su questo tema: stiamo votando continuamente la fiducia e abbiamo un Governo continuamente latitante nel momento in cui si vota la fiducia! A chi dobbiamo dare questa fiducia? Ai banchi vuoti?
La verità è che a questo Governo non interessa nulla del Parlamento. Va per la sua strada come faceva, una volta, chi decideva da solo, con ben altro intendimento.
Parliamo poi nel merito di questo provvedimento che viene chiamato «salva Alitalia».

Ma quando mai?

Ma quale «salva Alitalia»? Alitalia i libri li ha portati in tribunale! Alitalia è praticamente fallita, non c'è più! Non c'è più! Poteva esserci, se fosse stato lasciato tutto come avevamo cercato di lasciarlo noi, cioè vendendola ad Air France, una compagnia che di mestiere fa il trasporto aereo. Invece, durante le elezioni, il Presidente del consiglio ci ha detto: «Fermi tutti, datemi 300 milioni, perché io dietro l'angolo ho uno che compra Alitalia e la farà funzionare bene. I soldi li mette tutti lui, i dipendenti staranno tutti a posto e l'Italia viaggerà sicura e contenta». Ma dove? Dove? Era una truffa, una truffa elettorale.
Di truffa, allora, permettetemi di parlare in questo mio intervento. Lei, signor Presidente del Consiglio, sta truffando gli italiani! Lei e il suo Governo volete far credere - lo volete far credere e vi riesce, grazie alle sue televisioni e alle televisioni di Stato, ormai asservite a lei, e ai suoi giornalisti compiacenti e dipendenti - di aver salvato Alitalia. Invece l'avete affossata! Alitalia oggi è fallita! In compenso, si sono presentati gli amici del CAI, gli amici suoi del CAI, signor Presidente del Consiglio!
Proviamo a guardare chi sono costoro. Non sono emeriti sconosciuti, sono persone che hanno qualcosa da dire e qualcosa da prendere dal nostro Paese. Certamente non hanno nulla a che fare con il know how relativo al trasporto aereo. Gianluigi Aponte è un armatore che ha residenza in Svizzera, una miriade di finanziarie offshore e una flotta navale battente bandiera panamense. Costui sarebbe il «patriota italiano», con bandiera italiana, al quale lei vuole affidare le sorti della compagnia Alitalia! Certo, c'è anche Davide Maccagnini, immobiliarista che prima faceva cannoni e razzi missilistici, che del trasporto aereo deve avere una conoscenza davvero eccezionale.
Certamente una conoscenza eccezionale deve averne Benetton, proprio perché in conflitto di interessi. Egli, come tutti sapete, è persona che ha un interesse ben preciso nell'aeroporto di Fiumicino: lo ha infatti costruito e lo gestisce. Sarà uno dei proprietari di Alitalia. Insomma, per intenderci, come gestore di Fiumicino sarà lui a decidere quali tariffe far pagare all'Alitalia per utilizzare quell'aeroporto. Tutto in famiglia! Questo si può fare. Certo, c'è Salvatore Ligresti, io me lo ricordo bene, noto immobiliarista, palazzinaro e pregiudicato di Tangentopoli. Certo, c'è Francesco Bellavista Caltagirone, noto anche lui per le attività immobiliari e c'è anche l'imprenditore Marcegaglia. Infatti non si presenta solo l'imprenditrice Marcegaglia, ma l'intera impresa Marcegaglia. La conosciamo bene, non solo perché è il presidente di Confindustria ma anche perché papà Marcegaglia, come Geronzi e Roberto Colannino ce li ricordiamo nel caso della bancarotta, del crack Italcase. A costoro dobbiamo affidare il futuro di Alitalia! Gente che ha un'esperienza specifica su come gestire un'attività così importante. Oddio, c'è qualcuno che si interessa di aerei: il proprietario di Air One, Toto. Se ne interessa così bene che è pieno di debiti! Se ne interessa così bene che oggi, fondendo le due realtà, metterà il sistema dei trasporti italiano interamente in un'unica mano, con totale assenza di concorrenza.
Potrei continuare ancora ad illustrare chi sono questi diciotto «patrioti italiani» con i soldi degli altri, esperti molto bene a far cassa per loro e a far pagare i danni agli italiani. Abbiamo consegnato questa realtà a costoro, senza gara, dicendo che occorreva farlo urgentemente perché stava per fermarsi l'intero trasporto aereo.
Appena abbiamo detto che l'avremmo affidato a loro, il trasporto aereo è continuato senza che ci avessero messo ancora una lira. Lo sapete o no che ancora oggi il contratto non è stato fatto ed ancora oggi hanno chiesto tempo per presentare la loro bozza di contratto?
Ci chiediamo perché l'asset attivo di Alitalia non sia stato messo in vendita tramite una gara. Eravamo riusciti a vendere tutta l'Alitalia, sia la parte attiva che quella passiva; adesso invece il passivo è stato messo, con azione truffaldina, a carico dei contribuenti italiani, mentre l'attivo non è neanche stato messo in vendita, ma è stato dato in grazioso dono a diciotto «furbetti del quartierino», amici del Presidente del Consiglio, i quali hanno interessi del tutto diversi dal trasporto ed ai quali si dice di fare una gara per trovare un partner straniero!
Ma benedetto il Signore: questo partner straniero non potevate farlo trovare dallo Stato anzi dal commissario straordinario Fantozzi? Non potevamo noi bandire una gara e guadagnarci sopra? L'abbiamo regalata a loro affinché se la vendano e ci lucrino la differenza! Persino i privati hanno fatto attività speculativa con soldi pubblici!
Si tratta di un reato, se non fosse che lo fate per legge, perché questa è la nuova Tangentopoli! La vecchia Tangentopoli è quella di chi commetteva dei reati; la nuova Tangentopoli è fare per legge ciò che non si può fare in modo che appaia tutto legittimo. Si tratta di una immoralità, di una «porcata» come si usa dire ormai da tempo, da quando il noto Ministro Calderoli ha «ideato» con grande efficacia questo termine.
Quindi, signor Presidente del Consiglio, lei ha truffato gli italiani perché con questo decreto-legge ha preso per la gola non solo gli italiani, ma anche i dipendenti e le maestranze.
Vorrei farle presente e ricordarle, signor Presidente del Consiglio che non c'è, che lei non solo ha truffato, ma ha addirittura ricattato i lavoratori, ha descritto i lavoratori, i piloti, gli assistenti di volo e il personale a terra come raccomandati, lavativi, superstipendiati, nullafacenti: di tutto e di più. Quasi che la colpa del non funzionamento di Alitalia fosse delle sue maestranze e non dei suoi amministratori e non di quei politici che si sono fatti fare, come il Ministro Scajola, una linea aerea apposita che collega Roma ad Albenga !
Non come quegli amministratori come Cimoli, al quale per farlo dimettere, sono stati dati otto milioni di euro perché questo era previsto dal contratto!
Ai lavoratori di Alitalia oggi lei dice che se non accettano non sarà più loro riconosciuta né la cassa integrazione né la mobilità, come previsto. Questo si chiama ricatto! La truffa, invece, è quel che ha dato ed ha previsto per i lavoratori non dell'Alitalia, per quelli dell'indotto, quelli per i quali cioè, lei non ha neanche previsto il sistema di cassa integrazione e di tutela previsto per i lavoratori Alitalia.
Per questa ragione - e mi avvio alla conclusione ringraziandola, signor Presidente - noi del gruppo dell'Italia dei Valori, non solo non possiamo votare la fiducia, ma avvisiamo l'opinione pubblica, i cittadini italiani che lei si sta allontanando sempre più dallo Stato di diritto, dallo Stato della legalità e si sta comportando sempre più da quello che pensiamo che sia: un truffatore politico."
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giovedì 16 ottobre 2008

Le accuse del Veterano: la terza bomba nucleare - RaiNews 24

Videoinchiesta di Maurizio Torrealta, giornalista responsabile del settore inchieste per Rainews24 e autore di straordinari documentari tra i quali "Falluja, la strage nascosta" dove si denunciò per primi l'impiego da parte dell'esercito statunitense di armi chimiche ai danni della popolazione irachena, intitolata "Le accuse del Veterano: la terza bomba nucleare ".

Un veterano americano che ha partecipato a "Desert Storm", accusa l'Amministrazione americana di aver utilizzato negli ultimi giorni del febbraio 1991 una piccola bomba nucleare a penetrazione di 5 chilotoni di potenza nella zona tra la città irachena di Basra (Bassora) ed il confine con l'Iran. Due sono i primi dati di fatto emersi nel lavoro di inchiesta che è solo agli inizi: consultando l'archivio "on line" del "Sismological International Center" si trova che proprio nella zona descritta dal veterano, era stato registrato un evento sismico di potenza corrispondente a 5 chilotoni, l'ultimo giorno del conflitto mentre la situazione sanitaria a Bassora ha raggiunto livelli di pericolosità davvero critici: i decessi annuali per tumore, secondo il responsabile del reparto oncologico dell' ospedale di Basra , Dott Jawad Al Ali , sono aumentati da 32 nel 1989 (prima della guerra del Golfo) a più di 600 nel 2002. fonte [http://vistidalontano.blogosfere.it] Continua...

martedì 7 ottobre 2008

Era il 1998: Grillo parlava di SIGNORAGGIO (poi sembra lo abbiano zittito!)

Seguite il discorso che conduce (a modo suo) Beppe Grillo nel corso di questo spettacolo. Era il 1998, c'era ancora la lira. Molte delle cose che dice poi si sono avverate. Non è un veggente e nemmeno un guru della finanza. Le cose si sanno ma non ce le vogliono dire. Non vogliamo essere l'ennesimo blog o sito che si mette a parlare ed allarmare i propri lettori con la questione della truffa sul signoraggio. Vogliamo solo informare. Dovete sapere anche voi. Ritorneremo ancora sull'argomento, la rete è piena di documenti e spiegazioni. Chi volesse approfondire da subito l'argomento può semplicemente cercare signoraggio con Google oppure: wikipedia e signoraggio
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lunedì 6 ottobre 2008

Documentario poetico

Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.

Vedute di fabbriche abbandonate fanno da sfondo ad una voce trasformata dalla malattia. E la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni. E la particolare voce di un laringectomizzato. Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dallamianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica. 


"Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dellazienda. Lo sapeva lassessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai che cerano dentro. E così ci hanno condannato a morte, a menomazioni, ma non solamente noi che lavoravamo allinterno della fabbrica. Perché le fabbriche non sono state costruite sotto una campana di vetro" - Silvestro Capelli in Arrakis


Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.

Vedute di fabbriche abbandonate fanno da sfondo ad una voce trasformata dalla malattia. E la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni. E la particolare voce di un laringectomizzato. Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dallamianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica. Come molte altre persone da anni combatte una battaglia sociale e legale. Da una parte ci sono semplici cittadini, dallaltra ci sono le istituzioni, lInail, i sindacati, i dirigenti dazienda, i partiti politici.

MOTIVI E OBIETTIVI
Arrakis non vuole essere uninchiesta sul problema amianto, non vuole essere un documentario di archeologia industriale.
Vuole rappresentare invece, secondo criteri più vicini al modo poetico di fare documentario, un tributo a quelle persone che hanno sofferto in nome del progresso e a quei luoghi che sono stati incredibili simboli di quello stesso progresso.

Lobiettivo comunicativo non è informare, ma emozionare.
Suscitare interesse verso problemi di cui molto scarsa è la percezione del pericolo.

Credo che labbinamento della voce di Silvestro ai luoghi dellabbandono industriale italiano sia un atto molto potente e molto simbolico.

Questo documentario non ha intenti commerciali, rappresenta semplicemente l'evoluzione di una tesi di laurea triennale in Linguaggi dei Media.

P.S.(n.d.r.) > nella letteratura di fantascienza, Arrakis è il nome di un pianeta interamente coperto da deserti. Lo scrittore Frank Herbert ambienta il suo ciclo di storie "Dune" da cui anche il film di David Lynch. (fonte Wikipedia).
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giovedì 2 ottobre 2008

Delitto di Perugia: confronto tra Studio Aperto e CBS News

PENSAVO FOSSE INFORMAZIONE E INVECE ERA UN CALESSE!
Amanda Knox colpevole o innocente? Un tribunale lo acclarerà. Non si emettono sentenze prima dei processi e soprattutto fuori dalle aule giudiziarie. La stampa ha detto tutto e il contrario di tutto. Al solito come avvoltoi per riempire i minuti dei TG e le pagine dei giornali. Domanda: la stampa italiana ha perso il senno? Risposta: a vedere il servizio di Alessandra Rolla andato in onda su Studio Aperto (Italia 1) pare proprio di si. Paragonare Amanda Knox a Carla Bruni è davvero da malati mentali! Senza ulteriori commenti proponiamo un paragone con CBS news. Avanspettacolo e giornalismo (Andrea.EMME). 
Studio Aperto


CBS news
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